Abitazione principale: detrazione interessi passivi mutuo ipotecario per acquisto immobile locato

L’Agenzia delle entrate provvede a fornire chiarimenti sulla possibilità di detrarre gli interessi passivi derivanti dalla stipula di un mutuo ipotecario per l’acquisto di un immobile locato da adibire ad abitazione principale (Agenzia delle entrate, risposta 23 gennaio 2024, n. 13).

L’articolo 15, comma 1, lettera b), del TUIR prevede che, in presenza di un mutuo ipotecario contratto per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale e delle sue pertinenze, spetta una detrazione dall’imposta lorda pari al 19% degli interessi passivi e dei relativi oneri accessori, nonché delle quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione.

 

Con la circolare n. 14/2023 l’Agenzia delle entrate ha già avuto modo di ribadire che, per i mutui stipulati dal 1993, la detrazione spetta solo in relazione alla stipula di mutui ipotecari contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale entro un anno dall’acquisto e delle sue pertinenze. Tale acquisto deve avvenire nell’anno antecedente o successivo alla stipula del mutuo; ciò significa che si può prima acquistare l’immobile ed entro un anno stipulare il contratto di mutuo, oppure prima stipulare il contratto di mutuo ed entro un anno sottoscrivere il contratto di compravendita.

 

Per i soggetti che acquistano un’unità immobiliare locata, la norma prevede che la detrazione spetti a condizione che entro 3 mesi dall’acquisto sia stato notificato al locatario l’atto di intimazione di licenza o di sfratto per finita locazione e che entro un anno dal rilascio l’unita immobiliare sia adibita ad abitazione principale.

 

Nel caso di specie, il contratto di locazione è stato effettuato ai sensi della Legge n. 431/1998 che all’articolo 3, comma 4, dispone che per la procedura di diniego di rinnovo si applichi l’articolo 30 della Legge n. 392/1975 (c.d. Legge sull’equo canone).

Tale articolo 30, rubricato “procedura per il rilascio“, a sua volta dispone che avvenuta la comunicazione relativa al diniego della rinnovazione del contratto alla prima scadenza, e prima della data per la quale è richiesta la disponibilità ovvero quando tale data sia trascorsa senza che il conduttore abbia rilasciato l’immobile, il locatore possa convenire in giudizio il conduttore.

 

Al riguardo, la giurisprudenza è consolidata nel ritenere che l’intimazione di licenza e di sfratto per finita locazione individua nella ”scadenza” del rapporto il presupposto della cessazione del vincolo da cui discende l’applicabilità del procedimento per convalida di licenza o sfratto.

 

Nella fattispecie in esame, l’istante ha utilizzato la procedura di cui al citato articolo 30 della Legge n. 392/1978, che è lo strumento processuale, specificamente previsto dall’ordinamento per i casi di diniego di rinnovazione della locazione alla prima scadenza, finalizzato ad ottenere, al pari dell’intimazione di licenza e di sfratto per finita locazione, un provvedimento costituente titolo esecutivo per il rilascio dell’immobile.

 

L’Agenzia delle entrate, dunque, ritiene che l’utilizzo della procedura di rilascio non osti alla fruizione della detrazione di cui al citato articolo 15, comma 1, lett. b) del TUIR, a condizione che nel termine di “tre mesi dall’acquisto” venga esercitata la relativa azione giudiziale.

Nel caso in esame, ai fini della fruizione della detrazione, tale circostanza non risulta soddisfatta.

Settore sociosanitario e assistenziale: incontro tra OO.SS. e associazioni datoriali

Le OO.SS. denunciano i ritardi nell’avvio delle trattative di rinnovo dei contratti 

Lo scorso 17 gennaio 2023 si è tenuto un incontro tra i rappresentanti delle confederazioni Cgil, Cisl, Uil, delle categorie interessate quali Uiltucs, Fp-Cisl, Fisascat e Fpl-Uil, con i rappresentanti di Uneba e di altre associazioni del settore sociosanitario e assistenziale, per verificare le diverse posizioni circa il contesto del settore e del panorama contrattuale. 
Le associazioni hanno sollecitato iniziative comuni nei confronti dei livelli istituzionali competenti, utili a sostenere un settore che presenta gravi difficoltà anche in considerazione delle difficoltà economiche che vivono le strutture per via del mancato aggiornamento delle tariffe da parte delle Regioni, oltre all’auspicio di addivenire ad un contratto unico di settore. I rappresentanti confederali presenti hanno illustrato le rispettive valutazioni circa il contesto generale del settore. Le OO.SS. di settore hanno denunciato i ritardi nell’avvio delle trattative di rinnovo dei contratti e in un caso (Agespi) la mancanza di riscontro circa la richiesta formale di avvio della trattativa di rinnovo del contratto scaduto nel 2019, nonostante l’invio della piattaforma contrattuale. Con la sola associazione Uneba, affermano, si è avviato un formale confronto che, al momento, non ha ancora consentito di entrare nel merito delle questioni principali.
I Sindacati hanno sottolineato il ritardo dei rinnovi dei contratti del settore, non giustificabile con il mancato aggiornamento delle tariffe. Pur ritenendo necessario avviare un percorso di omogeneizzazione contrattuale, anche attraverso la definizione di un contratto unico di settore, non ritengono opportuno dilazionare ulteriormente i tempi per il rinnovo dei contratti scaduti, attesi da centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

CCNL Recapito Telegrammi: da febbraio previsti nuovi aumenti



Dal 1° febbraio prevista la prima tranche di aumenti per i lavoratori del settore della distribuzione, del recapito e dei servizi postali 


L’Ipotesi del 14 novembre 2023 sottoscritta tra l’organizzazione datoriale Fise-Are e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Slc-Cgil, Slp-Cisl, Uilposte-Uil ha previsto per i lavoratori dipendenti delle imprese private operanti nel settore della distribuzione, del recapito e dei servizi postali la prima tranche degli aumenti dal 1° febbraio 2024.
Di seguito gli aumenti e i relativi importi:





























Livelli Prima tranche dal 1° Febbraio 2024
1 52,17 euro
2 45,65 euro
3-S 39,13 euro
3 36,00 euro
4 33,39 euro
5-S 30,00 euro 
5 28,70 euro
6 26,09 euro




























Livelli Retribuzione base dal 1° Febbraio 2024
1 2.050,59 euro
2 1.854,59 euro
3-S 1.660,86 euro
3 1.567,29 euro
4 1.489,68 euro
5-S 1.389,70 euro
5 1.351,06 euro
6 1.272,96 euro

Le prossime tranches di aumenti sono previste:
– dal 1° settembre 2024;
– dal 1° Luglio 2025;
– dal 1° Giugno 2026.


 

Pensionati residenti all’estero: detrazioni per carichi di famiglia anno 2024

I pensionati residenti all’estero, per poter mantenere le detrazioni per carichi di famiglia di cui hanno fruito nel 2023 anche nell’anno di imposta 2024, devono presentare la domanda di applicazione annuale entro il 12 febbraio 2024 (INPS, messaggio 18 gennaio 2024, n. 245).

I pensionati residenti in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni, al fine di poter fruire delle detrazioni per carichi di famiglia, sono tenuti a presentare annualmente all’INPS, nella qualità di sostituto di imposta, apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio, attestante la sussistenza dei seguenti requisiti:

 

a) lo Stato nel quale risultano avere la residenza fiscale;

b) di aver prodotto in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente conseguito nel periodo di imposta, assunto al lordo degli oneri deducibili e comprensivo dei redditi prodotti anche al di fuori dello Stato di residenza;

c) di non godere nel Paese di residenza, e in nessun altro Paese diverso da questo, di benefici fiscali analoghi a quelli richiesti nello Stato italiano;

d) i dati anagrafici e il grado di parentela del familiare per il quale si intende fruire della detrazione, con l’indicazione del mese nel quale si sono verificate le condizioni richieste e del mese in cui le già menzionate condizioni sono cessate;

e) che il familiare per il quale si chiede la detrazione possiede un reddito complessivo, al lordo degli oneri deducibili e comprensivo dei redditi prodotti anche fuori dello Stato di residenza, riferito all’intero periodo d’imposta, non superiore a 2.840,51 euro. In caso di figli di età non superiore a 24 anni, per i quali si chiede la detrazione, il limite di reddito complessivo per essere considerati fiscalmente a carico, a decorrere dal 1° gennaio 2019, è stato elevato a 4.000 euro. A tale riguardo si rammenta altresì che dal 1° marzo 2022, per effetto dell’istituzione dell’assegno unico e universale, le detrazioni per i figli a carico spettano solo se il figlio è di età pari o superiore a 21 ann

 

Nel caso di eventuali variazioni nei carichi familiari che dovessero avvenire nel corso dell’anno fiscale, gli interessati hanno l’obbligo di comunicarlo con tempestività all’INPS al verificarsi dell’evento che genera il riconoscimento o la perdita del beneficio fiscale.

 

Relativamente all’anno d’imposta 2024, i pensionati interessati aventi i requisiti necessari, al fine di consentire all’INPS di applicare le detrazioni per carichi di famiglia, devono inoltrare la suddetta dichiarazione sostitutiva di atto notorio attraverso una delle modalità di seguito elencate:

 

direttamente, accedendo al servizio online dedicato con la propria identità digitale: SPID almeno di secondo livello, CIE 3.0, CNS, eIDAS (sistema di accesso tramite l’identità digitale fornita da un altro paese europeo). Il servizio è disponibile nel sito istituzionale al percorso: “Pensione e Previdenza” > “Benefici previdenziali e detrazioni” > “Applicazione delle detrazioni fiscali per pensionati residenti all’estero” > “Utilizza il servizio”;

 

avvalendosi dell’assistenza gratuita degli Istituti di Patronato, che hanno a disposizione il medesimo applicativo nell’apposita sezione loro dedicata, accedendo dal sito istituzionale attraverso il seguente percorso: “Pensione e Previdenza” > “Benefici previdenziali e detrazioni” > “Applicazione delle detrazioni fiscali per pensionati residenti all’estero” > “Accesso ai servizi per patronati” > “Servizi ai Patronati”. 

 

L’INPS informa che, per coloro che hanno già fruito nel corso dell’anno fiscale 2023 delle detrazioni per carichi di famiglia, le stesse saranno mantenute senza soluzione di continuità per il periodo d’imposta 2024 solo se la presentazione della domanda di applicazione annuale sarà effettuata entro il termine del 12 febbraio 2024.

 

In caso di mancato rispetto del predetto termine, si procederà, con effetto dal rateo in pagamento nella mensilità di aprile 2024, per tutte le gestioni dell’INPS: alla revoca delle detrazioni di cui trattasi; all’adeguamento dell’imposizione fiscale sull’imponibile pensionistico; al recupero delle imposte dovute per effetto delle detrazioni provvisoriamente attribuite nelle mensilità antecedenti.  

 

Qualora, in seguito alla revoca operata, dovessero pervenire, con riferimento ai pensionati interessati, dichiarazioni sostitutive di atto notorio per l’applicazione delle detrazioni per carichi familiari, le stesse saranno attribuite nuovamente con il primo rateo utile di pensione, comprensive del conguaglio a credito, laddove spettante, in relazione alle mensilità pregresse.