Email e navigazione web: il Garante per la privacy sanziona la Regione Lombardia

Venivano raccolte e conservate anche informazioni relative alla sfera privata dei dipendenti (Garante per la protezione dei dati personali, nota 30 maggio 2025, n. 535).

L’Autorità garante per la protezione de dati personali ha comminato una sanzione di 50.000 euro alla Regione Lombardia. Il provvedimento giunge al termine di un ciclo ispettivo dell’Autorità per verificare l’osservanza della normativa privacy da parte della Regione nell’ambito dei trattamenti dei dati dei dipendenti, anche nel caso dello svolgimento del lavoro agile. Numerose le violazioni riscontrate.

In effetti, il datore di lavoro può raccogliere i log di navigazione in Internet e i metadati delle e-mail dei dipendenti solo in presenza di specifiche condizioni e garanzie. 

Invece, dall’istruttoria del Garante è emerso che la Regione raccoglieva e conservava i log di navigazione in Internet – consistenti in informazioni inerenti ai siti web visitati dai dipendenti, inclusi quelli relativi ai tentativi falliti di accesso ai siti censiti in una apposita black list – senza aver stipulato un accordo collettivo con le rappresentanze sindacali e aver adottato adeguate garanzie a tutela dei lavoratori. Tale trattamento consentiva tra l’altro al datore di lavoro di entrare in possesso di informazioni non attinenti all’attività lavorativa e relative alla sfera privata dei dipendenti.

Nessun accordo inoltre era stato inizialmente siglato per il trattamento dei metadati di posta elettronica dei lavoratori. Ancor prima dell’adozione del Documento di indirizzo del Garante sui metadati, la Regione aveva comunque attivato un processo di adeguamento alle indicazioni fornite nel tempo dall’Autorità in casi analoghi. Per tali ragioni, pur prendendo atto delle iniziative intraprese dalla Regione nel corso dell’istruttoria per conformare i trattamenti alla normativa privacy, il Garante, oltre alla sanzione amministrativa, ha ingiunto una serie di misure correttive.

Tra queste, in particolare: l’anonimizzazione dei log relativi ai tentativi di accesso falliti ai siti web censiti nella black-list; la cifratura del dato concernente i nomi dei dipendenti assegnatari dei pc portatili; la riduzione del termine di conservazione di tali dati.

CCNL Rai: i sindacati chiedono un confronto

 

Oggetto della discussione è il Polo Regia 

Con comunicato del 28 maggio, i sindacati chiedono un confronto sul  funzionamento del Polo regia e sul reclutamento dei registi.

Secondo l’associazione dei lavoratori, Il Polo regia non è ancora stato oggetto di un un incontro, anche se dovrebbe essere l’occasione per discutere sul lavoro della produzione TV in Rai.

A tal proposito, il tavolo sull’area Editoriale dovrebbe approfondire anche le seguenti questioni:

– il progetto e la mission della Direzione Produzione TV;

– la costituzione di un “osservatorio”, o struttura analoga;

– lo smart working tra i registi.

Audiovisivi: le indicazioni operative per le imprese con più sedi

Le aziende che abbiano almeno due sedi possono presentare una sola istanza di autorizzazione per l’installazione (INL, nota 26 maggio 2025, n. 4757).

A seguito di diversi quesiti relativi all’ambito di competenza territoriale degli uffici con doppia o tripla sede per il rilascio del provvedimento autorizzativo necessario all’installazione di impianti audiovisivi e di controllo (articolo 4, Legge n. 300/1970), l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) ha fornito chiarimenti sul concetto di uffici che accorpano più province.

L’INL aveva già indicato con la circolare n. 2572/2023 che le imprese con più unità produttive ubicate nell’ambito di competenza della medesima sede territoriale dell’INL – in caso di mancato accordo con la RSA/RSU o in assenza delle rappresentanze sindacali – in presenza di medesime ragioni legittimanti e avuto riguardo allo stesso sistema, possono presentare una sola istanza di autorizzazione all’ispettorato territorialmente competente che, previa verifica delle condizioni formali e sostanziali previste, emanerà un unico provvedimento valido per tutte le unità produttive interessate.

Ora, con la nota in commento, l’Ispettorato chiarisce che, per gli uffici che accorpano più province, per “ambito di competenza della medesima sede territoriale” si deve intendere tutto il territorio di riferimento su cui insiste il medesimo Ufficio.

Ad esempio, se l’impresa istante ha le sedi ubicate nell’ambito di due province diverse, ma queste ultime afferiscono a un solo ufficio territoriale dell’Ispettorato (con competenza su più province), l’impresa potrà presentare una sola istanza, per tutte le unità produttive interessate dalla richiesta installazione, indifferentemente presso una delle due sedi dell’ufficio.

 

Elba Lombardia: contributi per le attività culturali

Fino al 30 aprile 2026 è possibile inviare la richiesta per accedere al contributo relativo alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025

L’Ente lombardo bilaterale dell’artigianato ha reso noto il contributo per le attività culturali 2025 a favore dei dipendenti. Il contributo è relativo alle spese sostenute, solo per il lavoratore, e sono ammessi all’interno del computo gli acquisti di libri, ingressi ai musei, mostre, abbonamenti/biglietti di cinema e teatro, corsi di musica, canto, teatro, fotografia e pittura.

 

Il contributo erogato va da un minino di 50,00 euro ad un massimo di 200,00 euro, per una spesa minima di 50,00 euro e se questa risulta tracciata anagraficamente in capo al lavoratore. Le spese affrontate devono essere state effettuate nell’arco temporale che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025 e le domande di richiesta devono essere presentate entro e non oltre il 30 aprile 2026. Le pratiche devono essere presentate dai lavoratori presso gli sportelli accreditati delle OO.SS. Cgil, Cisl e Uil. Condizione indispensabile per accedere al contributo è la regolarità nei versamenti all’Ente a partire dal 1° gennaio 2023 e fino a 2 mesi precedenti la data di presentazione della richiesta.

 

Alla domanda vanno allegati una serie di documenti, quali:
– fattura/ricevuta intestata al lavoratore riportante la spesa dovuta;
– cedolino paga del dipendente relativo al mese di pagamento dell’attività culturale acquistata;
– copia del documento d’identità del dipendente;
– informativa sul trattamento dei dati personali firmata;
– scheda di richiesta contributo compilata e firmata.

Maggiori informazioni è possibile reperirle sul sito dell’Ente.